Author: Sofia Mazza
Committee: Media Committee
Date: 11/04/2024

Proprio con l’avvicinarsi della Closing Conference 2024, la nostra attenzione è stata carpita da un caso di cronaca che ha trovato larga eco tra le pagine di giornali locali e nazionali. Il 4 aprile 2024 viene ufficializzato, nel sito istituzionale della Procura europea ma non solo, l’esito di una maxi inchiesta, che ha portato a 22 arresti tra Italia, Austria, Romania e Slovacchia.

La Procura definisce il fatto, oggetto della notizia di reato, come “resilient crime”, ovvero criminalità resiliente, connotato accuratamente scelto: resilienza è infatti la capacità di un materiale di non cedere ad un urto, in altre parole, di non rompersi. Metaforicamente l’organizzazione criminale, indagata per un piano di frode volto a dirottare i fondi europei del PNRR, sarebbe stata in grado di aggirare, tra il 2021 e il 2023, l’occhio costantemente attento della giustizia, senza appunto annientarsi. L’Italia, come ricordato dal Procuratore Danilo Ceccarelli in visita presso l’Università di Milano-Bicocca, detiene il primato circa la quantità richiesta di tali fondi europei; questa scelta ha comportato, conseguentemente, una particolare attenzione rispetto al relativo utilizzo, sia delle autorità nazionali, Guardia di Finanza in primis, nonché comunitarie (1).

Un primo aspetto degno di nota è il carattere transnazionale dell’operazione, che sarebbe stata attuata grazie ad una rete “tentacolare”: un groviglio di relazioni criminali, arduo da sciogliere, con punti di snodo tanto focali per le indagini, quanto intricati da cogliere. Nel caso di specie, gli indagati avrebbero potuto fare affidamento sulla fattiva collaborazione di tre commercialisti, un notaio, nonché un “mago del computer”, così definito da alcune pagine di cronaca: come riportato dal colonnello Marco Stella, è stato affinato un apparato di riciclaggio, protetto da tecnologie di ultima generazione come reti vpn e server cloud; sono state utilizzate reti informatiche private, che hanno permesso di simulare la connessione da un Paese, distante migliaia di chilometri rispetto alla reale posizione di chi le utilizzava (2).

In secondo luogo, la notizia di reato riguarderebbe una lesione degli interessi finanziari dell’Unione Europea, perfettamente rientrante nel perimetro d’azione di Eppo, come previsto dal regolamento istitutivo di questa nuova forma di cooperazione rafforzata (3). L’indagine muove i primi passi grazie al monitoraggio della Guardia di Finanza di Venezia sull’intera platea di soggetti beneficiari dei fondi del PNRR per l’internazionalizzazione delle imprese: “Due le società che hanno attirato l’attenzione […..]. A partire dai soggetti che utilizzavano strumentalmente queste due imprese per ottenere determinati benefici, ci siamo resi conto di essere di fronte a un’organizzazione pronta a beneficiare e approfittare di tutte le provvidenze pubbliche, previste a livello normativo, persone strutturate per ottenere sistematicamente finanziamenti pubblici” (4).

Ha così avvio l’indagine della Procura, coadiuvata dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) e dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche. Le Fiamme Gialle danno prova, nuovamente, di elevata preparazione, nonché dello sviluppo di tecniche sopraffine nelle indagini; la scelta di elevare la Guardia di Finanza italiana a modello per le autorità di polizia della Procura viene così ulteriormente confermata.

La Guardia di Finanza ricopre un ruolo fondamentale per la tutela dei fondi del PNRR: la portavoce della Commissione europea Lea Zuber ha infatti sottolineato quanto il dispositivo per la ripresa e la resilienza (in inglese recovery and resilience facility, Rrf) contenga un quadro di controllo, basato su sistemi di vigilanza nazionali degli Stati membri, che devono garantire un’efficace prevenzione ed individuazione di corruzione e frodi, valutati dalla Commissione stessa. Lo strumento di ripresa è volto a mitigare gli effetti sul tessuto economico e sociale della Pandemia da Covid-19; entrato in vigore il 19 febbraio 2021, impone altresì agli Stati richiedenti fondi a titolo di prestito, di attuare riforme ed investimenti entro la fine del 2026. Data l’entità delle elargizioni, soprattutto per l’Italia, ça va sans dire l’appetibilità che le stesse hanno generato tra i malintenzionati. L’attività della Guardia di Finanza risulta pertanto di cruciale rilievo.

Secondo le prime ricostruzioni, sembrerebbe essere stata individuata una rete di società internazionali e prestanome, costituite al solo fine di beneficiare, in un prima fase, di decine di milioni di euro, erogati da SIMEST e volti al sostenimento di imprese italiane nel percorso di internazionalizzazione. L’organizzazione poi, sfruttando le stesse società, avrebbe creato crediti inesistenti nel settore edilizio, per circa 600 milioni di euro. Tale somma, unitamente ad appartamenti e ville signorili, altre somme in criptovalute, orologi di alta fascia, gioielli, oro e auto di lusso, è attualmente soggetta a sequestro preventivo.

Solo pochi giorni fa, alcune testate giornalistiche hanno dato spazio ad un’altra inchiesta della Procura europea, culminata nel sequestro di somme pari a 7.3 milioni di euro sui conti bancari di società di spedizione, ad opera della Guardia di Finanza delle sedi di Bologna e di Prato.

Gli indagati sono accusati di frode IVA, attuata tramite importazione illegale di 13.600 tonnellate di prodotti tessili del valore di 63 milioni di euro, provenienti dalla Cina. Grazie all’operato delle Fiamme Gialle, con il supporto dell’agenzia delle Dogane, gli importatori, pur presentando dichiarazioni doganali, avrebbero omesso di spostare le loro merci nei depositi Iva, bensì direttamente nei magazzini delle società indagate, garantendone l’immediato rilascio. Secondo gli inquirenti, l’Iva dovuta, ma non corrisposta, ammonterebbe ad oltre 13 milioni di euro (5).

Non è ancora noto il motivo per cui queste notizie di reato abbiano suscitato un tale eco mediatico: la ragione sottesa potrebbe essere riconducibile all’entità economica delle frodi, ancora oggetto di accertamento, ovvero alla diffusione capillare e transnazionale dei presunti sodalizi.

Ciò che è certo è che l’attività della Procura europea, in coordinazione con la Guardia di Finanza, sta finalmente trovando spazio nella cronaca nazionale e locale. Ci piace pensare che, in buona parte, questo risultato sia merito nostro: ad ormai quasi un anno dalla istituzione del Comitato Media, guidato da Roberto Saviano, abbiamo costantemente cercato di divulgare l’operato di Eppo, nonché i suoi strabilianti esiti, rivolgendoci ad una platea ampia ed internazionale di membri, con numeri sempre crescenti. Abbiamo altresì coinvolto gli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Milano-Bicocca, grazie ad incontri organizzati dalla Professoressa Ubertazzi, nei quali Roberto Saviano ha suggestionato le giovani menti con riflessioni circa la relazione, quasi inesistente, tra la Procura europea e i media tradizionali nazionali. Non potremmo essere più soddisfatti della lungimiranza del Centro di Eccellenza Steppo-Jean Monnet, in particolare del Comitato Media.

Cogliamo l’occasione di ricordare ai lettori che tratteremo approfonditamente questi temi durante la conferenza conclusiva 2024 presso l’Università di Milano-Bicocca, a cui presenzierà Roberto Saviano. Per iscriversi alla conferenza: https://www.steppo-eulaw.com/closing-conference-register/

Siamo entusiasti di comunicare che, i più fortunati, potranno incontrare, a porte chiuse, lo scrittore, partecipando al quiz inserito nella newsletter interattiva: https://www.steppo-eulaw.com/wp-content/uploads/2024/04/Newsletter-6-04-2024pdf-1_240408_104731-1.pdf


Bibliografia

 

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