Author: Leonardo Bragiotto, 3^ I ~ Liceo Classico Carducci (Milano)
Committee: Agricultural and environmental frauds Committee, High School Committee.
Date: 13/06/2024

«Quando la pianta è ancora piccola è più facile raddrizzarla. Quando, però, è la mafia a piantare, crescere e cogliere quella pianta, è quasi impossibile perfino avvicinarcisi».

Luigi Garlando

Come spiega il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, l’Italia è «il soggetto che più pesa sul bilancio comunitario nelle frodi all’UE e, soprattutto nel settore agro-alimentare, le mafie si sono fatte protagoniste». Infatti, delle 231 indagini compiute dalla Procura europea a partire da giugno 2021 in merito alla PAC, 83 coinvolgono l’Italia; nel 2023, la metà dei danni economici causati dalle frodi ai fondi UE (per un totale di 12 miliardi di euro) interessa l’Italia: solo nel biennio 2021-2023 si registrano effettivamente almeno 19,2 miliardi di danni1. Con l’operazione “Transumanza”, per esempio, sono stati sequestrati 5 milioni di euro a 24 imprese agricole e 38 soggetti2, accusati di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai
danni dello Stato e accesso illegittimo a erogazioni pubbliche.
Le cosiddette agromafie, federazioni criminali che speculano sui fondi destinati allo sviluppo agroculturale e rurale, protagoniste di un giro di affari che toccava i 24,5 miliardi di euro nel 2020, cresciuto del 12,4% rispetto all’anno precedente3, incassano indebitamente dall’Ag.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) fondi europei stanziati nel contesto del PNRR (Piano Nazionale Ripresa Resilienza, lanciato a seguito della crisi pandemica globale per sviluppare ecologicamente e digitalmente il Paese) o della PAC, innestando su terreni demaniali o privati colture e pascoli abusivi o inesistenti contraffatti come “Made in Italy” nel momento in cui sono venduti a prezzi esorbitanti lungo complessi traffici internazionali attraverso cui passano quindi più di 30 mila ecoreati all’anno e danni d’immagine all’industria alimentare del Paese, senza contare i rischi per la salute (basti pensare alla commercializzazione di pane misto ad amianto)3.
Falsificazione di fatture, manipolazione di appalti, omertà nella cittadinanza e corruzione nelle istituzioni rivelano una elaborata sistematizzazione di un fenomeno criminale che, come testimonia Sebastiano Fabio Venezia, il famoso sindaco che sottrasse 4 mila ettari alle mani della mafia, «è stato scoperto a Troina nel 2014. Fino ad allora i reati venivano interpretati quasi sempre sotto il profilo esclusivo delle frodi pubbliche. Noi ci siamo accorti dell’esistenza di consorterie mafiose che gestivano i terreni demaniali e pressavano i privati affinché cedessero i terreni di proprietà».


Ma la giustizia, grazie al coraggio di persone come Giuseppe Antoci, non è un’utopia: il suo Protocollo di Legalità emanato nel marzo 2015 spaventò Cosa Nostra, che per decenni controllava di fatto il Parco dei Nebrodi, a tal punto da indurla a tendergli un attentato (nel maggio 2016). Grazie al protocollo confluito in una legge nel 2017, sono stati modificati i requisiti di partecipazione alle gare per l’accesso ai terreni pubblici: se prima per la percezione dei fondi al di sotto dei 150 mila euro era sufficiente un’autocertificazione a evitare le verifiche antimafia, consegnata talvolta anche da soggetti al 41 bis, oggi le verifiche sono divenute molto più stringenti. Grazie all’azione di questo protocollo si è giunti ad emanare custodie cautelari, 4 milioni di confische e parecchi sequestri preventivi di beni.

Ma cosa non impedisce di proliferare a questi fenomeni di land grabbing (cioè appropriamento illegittimo di terreno)? Secondo la DG Agri (Direzione generale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale della commissione europea) tali fenomeni continuano a proliferarsi a causa di «possibili carenze dei sistemi giuridici, della supervisione e della tutela dei diritti individuali negli Stati membri» e a detta di Gian Carlo Caselli, attuale direttore della segreteria scientifica dell’Osservatorio sulla criminalità nel settore agroalimentare in Coldiretti, «è importante dire che il vigente quadro normativo dei reati agroalimentari è obsoleto e debole, principalmente per effetto della disordinata stratificazione di fonti diverse e della inadeguatezza dei rimedi tradizionali rispetto alla dimensione ormai transnazionale della criminalità di settore».
In somma, la giustizia è un’utopia? Realtà come EPPO, la Procura Europea, ossia l’organismo indipendente (operativo da giugno 2021) a cui partecipano 23 dei 27 Stati UE per indagare e portare in giudizio reati che ledono i bilanci UE, attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale rendono questa apparentemente futuristica utopia presente e concreta: le truffe di pochi, alla fine, non sfuggono a una forza comune così proattivamente unita.


[1] Fonte: https://europa.today.it/
[2] Fonte: https://terraevita.edagricole.it/
[3] Fonte: https://www.linkiesta.it/

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