Author: Avv. Ph.D., Samuel Bolis
Committee: Investigations and Activities Committee
Date: 16/01/2024
L’Ufficio portoghese di EPPO ha comunicato, in data 6 dicembre 2023, di aver ottenuto il rinvio a giudizio di 12 persone (5 delle quali ancora in arresto) e di 15 società per una frode da 2,2 miliardi di euro di IVA evasa nel settore dell’elettronica di consumo realizzata mediante il ricorso all’emissione di fatture per operazioni inesistenti nell’ambito del classico schema delle “frodi carosello”.
I reati ipotizzati a loro carico – ma siamo nella fase delle indagini preliminari e pertanto deve essere fatta salva la presunzione di innocenza nei loro confronti – sono: frode fiscale, corruzione attiva e passiva tra privati, riciclaggio e associazione a delinquere.
Si tratta della più rilevante operazione condotta da EPPO dalla data della sua costituzione: per giungere a questo risultato sono stati coinvolti ben 33 sedi territoriali di EPPO e 30 Autorità nazionali, che hanno complessivamente condotto investigazioni in ben 30 paesi: 16 Stati membri dell’Unione e 14 Stati extra-Ue (tra cui Emirati Arabi Uniti, Dubai, Seychelles e Antigua e Barbuda).
Le indagini penali sono state avviate nel giugno 2021 dopo che l’Autorità Fiscale di Coimbra ha segnalato ad EPPO una situazione che sul piano amministrativo si presentava come regolare ma meritevole di approfondimento investigativo. Da questa segnalazione, gli investigatori di EPPO, coadiuvati dalle Autorità investigative nazionali e da Europol, hanno ricostruito la tentacolare rete di rapporti commerciali intrattenuti nel periodo intercorrente tra il 2016 ed il 2022, di oltre 9000 società gestite da circa 600 persone nel cui ambito un’associazione criminale ha realizzato la più rilevante frode IVA sino ad oggi rilevata.
Lo sforzo organizzativo, reso possibile proprio dalla struttura di EPPO che consente di operare contemporaneamente in tutti i Paesi UE aderenti, è stato considerevole: in data 29 novembre 2022 erano state contemporaneamente eseguite oltre 200 perquisizioni in 14 Stati membri.
Oltre ai complessivi 27 rinvii a giudizio, sono stati individuati e i sequestrati beni per circa 59 milioni di euro, costituiti, tra l’altro, dai seguenti beni: 19 immobili dal valore di 46 milioni di euro e contanti e depositi bancari per circa 9 milioni di euro.
In ordine a tale attività, le cui indagini sono ancora in corso, il Procuratore Capo di EPPO, dr.sa Laura Kövesi, ha comunicato:
“Con l’operazione Admiral, la Procura europea mette sotto i riflettori un’impresa criminale altamente sofisticata. Questa impresa ha prosperato nell’Unione Europea soprattutto a causa dei limiti strutturali delle autorità fiscali e delle forze di polizia nazionali, quando si tratta di criminalità finanziaria transfrontaliera.
Senza l’EPPO, questo tipo di operazione avrebbe richiesto anni di preparazione o, più probabilmente, non avrebbe mai avuto luogo. L’operazione Admiral è una chiara dimostrazione dei vantaggi di una procura transnazionale. Quando si tratta di frodi IVA, da una prospettiva nazionale, i danni possono essere valutati come relativamente piccoli o inesistenti, o addirittura rimanere inosservati. È necessaria una visione dall’alto, per vedere il quadro completo.
L’EPPO ha impiegato meno di 18 mesi dalla segnalazione iniziale per scoprire un’intera rete di criminalità organizzata, responsabile dell’impressionante perdita di 2,2 miliardi di euro per i contribuenti dell’UE. Credo che questa sia la più grande frode all’IVA scoperta finora in Europa”.